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LOWRIDE 145 Luglio 2020

«Dice un proverbio dei tempi andati: meglio soli che male accompagnati”. Io ne so uno più bello assai: “In compagnia lontano vai....»

Quand′ero piccolo non c′erano le diavolerie che divorano il tempo, ci fanno sentire connessi col mondo mentre ci allontanano da chi sta vicino. Una fortuna, per me. Mi sono sbucciato le ginocchia tirando calci a un pallone, ho fatto lo Space Invader scavalcando le staccionate. Ho imparato il bello e il brutto della vita coi compagni di scuola e in cortile. Per viaggiare lontano e per capire le storie complicate dei grandi, tanto arzigogolate che di loro non mi fidavo, divoravo libri. Mi piaceva il silenzio della biblioteca quanto le urla del campetto dove andavamo a fare il cross con le bici. Nelle pagine trovavo conoscenza, tante risposte e domande nuove: gioco infinito. A scuola ho scoperto Gianni Rodari, genio della sintesi capace di rendere comprensibili a un bambino concetti complessi attraverso la poesia. I piccoli non sono affatto stupidi, imparano dall′esempio e dalle parole. Un esempio? È difficile fare le cose difficili: parlare al sordo, mostrare la rosa al cieco. Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco, cantare per il sordo, liberare gli schiavi che si credono liberi. Nella mente mi ripeto da una vita un componimento di Rodari sull′amicizia dal quale traggo, senza un briciolo del suo talento, il distico che apre la pagina. Colpa di Marco, cacciatore di immagini assetato di vita. L′amore per la fotografia e il caso lo hanno messo sulla mia strada quando, alla ricerca di uno scooter per muoversi nel caos di Genova, un meccanico lo ha indotto in tentazione. «Belin, ma lo sai che con le stesse palanche ti prendi un′Harley?!» Marco, da buon ligure, ha fatto due conti, il prezzo al chilo gli è sembrato conveniente. Quello Sportster gli ha fatto incontrare LowRide e il resto è storia. Con lui al mio fianco ho percorso un sacco di chilometri, ne ho viste e fatte di tutti i colori, anche in bianco e nero. In questi mesi mi sentirò più solo, senza di lui. Dice un proverbio, chissà perché: Chi fa da sé fa per tre. Da quest’orecchio io non ci sento: Chi ha cento amici fa per cento. Appena posso, andrò a trovare Marco e gli leggerò il seguito della filastrocca.

© LOWRIDE | Luglio 2020