«Motociclette dal popolo, per il popolo» *

Formidabili i primi Anni 80. La Motor Company ritrovò la sua indipendenza uscendo da American Machine & Foundry per focalizzarsi sulle due ruote di grossa cilindrata e sul proprio pubblico, affezionato al punto di tatuarsi Bar & Shield sulla pelle. Alla guida del centro stile Willie G. Davidson, Louie Netz e altri artisti pescavano a piene mani nella tradizione della Casa, nel folklore biker e nella scena custom. Degne origini di capolavori come Low Rider, Wide Glide e Sturgis, emozionanti e freschi persino ai giorni nostri. Un′epoca di esperimenti, azzardi e tentativi anche sul piano tecnico: motori Evolution, telai Softail, FXR e Touring. La quotazione in borsa era importante, non decisiva... Oggi quell′epoca magica pare lontana, molti credono perduto lo spirito By the People, For the People che fu più di uno slogan pubblicitario: una dichiarazione di intenti, una promessa nei confronti di clienti e dealer. Proprio per tali motivi stupisce, in positivo, che nella presentazione di Fat Boy Gray Ghost si torni a parlare di Duc Dufour. Direttore della concessionaria di Montreal, accanito corridore nel drag racing locale su H-D modificate, aveva personalizzato un Wide Glide ribassato con parafango anteriore in vetroresina sulla ruota da 16 pollici, drag bar e scarichi aperti. La livrea bianca con decal rossa fu ripresa da una piccola serie di FXS del 1978. In vista del salone custom nel Quèbec, Dufour replicò col tecnico Denis Lavoie su base Softail 4 marce aggiungendo cerchi da 16 Centerline e motore pronto a correre con carburatore S&S. Svelato a York in una convention dei concessionari, battezzato Low Boy, ispirò la moto prodotta in serie. Scomparso a soli 63 anni, Dufour inventò anche il Number 1 Club, modello di Harley Owners Group.

* Nel marzo 1986 Easyriders numero 153 dedicò sei pagine al FXLB del concessionario canadese.