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LOWRIDE 147 Settembre 2020

«E stringere le mani per fermare Qualcosa che È dentro me, Ma nella mente tua non c′è. Capire tu non puoi. Tu chiamale, se vuoi, emozioni»

Dopo la pioggia è tornato il sereno. Finiti i mesi di clausura, sofferenza e solitudine non si dimenticano, però è il momento di voltare pagina. La strada chiama, non la faccio aspettare. Lego quattro panni, una carta geografica e il sacco a pelo sulla motoretta. Una controllatina a olio e gomme, poi via, verso nuove avventure, per togliermi le ragnatele e respirare a pieni polmoni. Vado incontro al sole, ai vecchi amici di sempre, a facce nuove e ai grandi spazi che può cogliere chi evita le trappole per turisti. L′Italia è un caleidoscopio senza fine, nel mezzo del cammin della mia vita continuo a scoprire posti che non avevo visto mai. A ogni pieno cambiano panorama, dialetto e cucina. Un Paese ideale su due ruote. Io lo faccio in Harley, ma ogni moto può trasportare emozioni. Nei quasi 20.000 chilometri gli incontri memorabili non si contano, da quando sto meglio seleziono di più le compagnie e non giudico il prossimo. La sete di vivere fa superare ogni ostacolo. Tra gli incontri più inattesi c′è quello con un vecchio amico che da molti anni è in Estremo Oriente. Suona la chitarra elettrica da paura e mi racconta di essere una vera rockstar in Cina, dove vive. Nei primi Anni 90 fu un pioniere, giovanissimo viaggiava in sella a un Softail preparato con gusto e ottime idee. Iniziò a fare il preparatore coi suoi fratelli quando le officine specializzate si contavano sulle dita di una mano sola. Dopo anni di soddisfazioni e problemi cercò di cambiare obiettivi, poi gettò la spugna. La sua testimonianza fa riflettere, non solo perché ci conosciamo da trent′anni. Ha provato a ricomprarsi uno Sportster, ma non l′ha emozionato, l′ha ceduto. Poi ha preso una BMW R nineT, gran moto, ma anche quella non l′ha emozionato. Pensava a v-twin recenti, li ha provati senza avvertire emozioni. «Ho tanti ricordi bellissimi, ma le Harley di oggi non mi dànno più emozioni...» Ascoltando con rispetto le sue parole così malinconiche vedevo davanti ai miei occhi scorrere, come in un film, avventure in moto, disastri e situazioni irripetibili. Ho avuto un′illuminazione, il satori: siamo noi a generare le emozioni, sta a noi trasmetterle alle nostre moto, qualunque esse siano, e a chi amiamo. Per questo le customizziamo, diamo nuova vita ai ferrivecchi ed esprimiamo visioni con la nostra arte pop, il kustom. Le nostre moto riflettono emozioni, speranze e illusioni. Sono specchi dell′anima, non schermi e nemmeno parafulmini. Con queste storie in testa m′è capitato di dare un passaggio a una giovane amica sul mio Heritage. La sua gioia, quel pizzico di fifa, i gridolini di meraviglia alla scoperta del Lago Maggiore e della grande coppia mi hanno fatto ricredere... Tu chiamale ancora, se vuoi, emozioni.

© LOWRIDE | Settembre 2020