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LOWRIDE 107 maggio 2017

Gli anni passano, certi più fretta, altri lentamente; nessuno torna. Cercare di fermare il tempo sarebbe un po’ come taroccare il contachilometri della tua moto, l’illusione può fregare qualcun altro, non certo te. Forse qui, in redazione, ci rendiamo conto con più attenzione del passare del tempo perché le scadenze sono ben ritmate: ogni numero di LowRide fotografa un momento. C’è solo il tempo di tirare il fiato e un numero segue l’altro, le annate si ripetono, simili alla precedente eppure sempre diverse. Sfogliare le riviste degli scorsi anni, persino per noi che le facciamo, riserva sorprese e consolida la reputazione di chi si è dimostrato coerente. Mi sembra di aver intervistato ieri Sonny Barger per la prima volta in Italia, era incuriosito dalla mia prova del primo V-Rod, non ancora in commercio. Mentre scrivo queste righe mi accorgo che sono passati 16 anni, il V-Rod è fuori produzione ma il signor Barger, che allora non era un ragazzino, festeggia 60 anni con i colori sulla schiena e guarda al futuro... Tutti noi aggiungiamo l’anno di fabbricazione al modello delle nostre moto; più è datato, maggiore è l’orgoglio. Gruppi che organizzano raduni ci tengono a sottolineare di essere giunti all’ennesima edizione, celebrano anniversari senza dimenticare chi se n’è andato troppo presto; altri, quelli che dovevano spaccare il mondo, scompaiono senza lasciar traccia. Invecchiare con grazia, senza perdere la voglia di stare nel vento appesi a un manubrio, è un’arte che s’impara strada facendo. Là fuori, nel mondo appiedato o su sardomobili a quattro ruote usa-e-getta, la gioventù è obbligatoria; una mentalità che l’uso senza moderazione di social e selfie rende ossessionante, un frenetico presente senza memoria. Noi biker ci teniamo alle tradizioni, rispettiamo gli anziani in carne e ossa, ne riconosciamo l’esperienza; chi trova un meccanico old school lo tiene come un oracolo. La parola vecchio, associato ad amico o a ferro, non è più un insulto, anzi. Prima di parlare bisogna saper ascoltare. Invece d’improvvisarsi, meglio dimostrare rispetto per chi ha saputo costruire nel tempo. Una domanda posta con umiltà a chi ha già fatto la modifica che t’è saltata in testa, o ha già percorso una strada a te sconosciuta, probabilmente sarà presa sul serio. Basta saper osservare per imparare dall’esempio, le azioni parlano più forte e chiaro delle chiacchiere... Per questo, e per un sacco di altri motivi, è bello sentirsi parte di una realtà che ha una storia alle spalle e un presente pieno di suggestioni; con un po’ di fortuna probabilmente avrà un futuro, se noi lo vorremo veramente.

© LOWRIDE | maggio 2017